Scalogno di Romagna Igp

IGP

Zona di produzione
Comprende i comuni Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo in provincia di Ravenna; Modigliana e Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena; Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo di Bologna, Dozza, Fontanelice, Imola e Mordano in provincia di Bologna.
Prodotto orticolo: l’indicazione designa esclusivamente il bulbo cipollino della specie “Allium Ascalonicum”. Esso è ottenuto secondo tecniche naturali e rispettose dell’ambiente tipico della varietà. Non può essere coltivato in successione a se stesso o ad altre liliacee, né a solanacee, barbabietole e cavoli. Devono trascorrere almeno 5 anni per il ritorno dello scalogno sullo stesso appezzamento.
I terreni idonei per la coltivazione dello scalogno di Romagna sono di natura collinare, tessitura media tendente all’argilloso, asciutti, ben dotati di potassio e sostanza organica, ben esposti e soprattutto ben drenati.

Caratteristiche merceologiche, chimico-fisiche ed organolettiche
Lo Scalogno di Romagna ha bulbi cipollini di forma allungata, aventi colore che varia dal giallo al cuoio-fulvo-bruno al grigio. La pianta presenta radici lunghe e folte, e foglie affusolate. Il bulbo pulito, a forma di fiaschetto allungato è bianco striato violaceo ed il suo sapore è dolce e delicato, aromatico e penetrante.

Lo scalogno di Romagna è un gustoso e aromatico bulbo, in grado di garantire un ruolo gastronomico particolare e unico. La zona tradizionale di produzione dello scalogno comprende i comuni di Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo in provincia di Ravenna; Modigliana e Tredozio, in quella di Forlì-Cesena; Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo di Bologna, Dozza, Fontanelice, Imola e Mordano nel bolognese. L’Igp designa esclusivamente il bulbo cipollino della specie “Allium Ascalonicum”, inconfondibile per la singolare forma a fiaschetto, la buccia coriacea e il colore.