Marrone di Castel del Rio Igp

IGP

Zona di produzione
Comprende i comuni di Castel del Rio, Fontanelice, Casalfiumanese e Borgo Tossignano, in provincia di Bologna.

Caratteristiche merceologiche, chimico-fisiche ed organolettiche
Il marrone di Castel del Rio è di forma ellittica regolare; l’apice è poco pronunciato con presenza di tomento, terminante con residui stillari (torcia) di tomentosità tipica della specie; una faccia laterale è tendenzialmente piatta, l’altra marcatamente convessa; la cicatrice ilare (occhio) è di forma sensibilmente quadrangolare di dimensioni tali da non debordare sulle facce laterali, generalmente piatta. 
Il pericarpo è sottile, di colore bruno rossiccio con striature in senso meridiano, rilevate e più scure, fitte ed evidenti, in numero variabile da 25 a 30. Esso è facilmente staccabile dall’episperma il quale si presenta di colore camoscio ed è raramente rientrante nelle solcature principali del seme. È molto pregiato per il consumo fresco, infatti, in questa zona la trasformazione assume un’importanza secondaria. La pezzatura deve essere medio-grossa, in media occorrono 90 frutti per fare un chilogrammo e la raccolta avviene ai primi di ottobre.

La storia di Castel del Rio s’intreccia con quella dei marroni. Già nel ’600 la legislazione locale tutelava questa coltivazione. Il marrone di Castel del Rio è fra i più pregiati e conosciuti in Italia e all’estero. È assai diverso dalla più comune castagna, anzitutto per la grossezza (bastano 90 marroni per un kg), poi per il sapore e per il profumo che diventa straordinario nella cottura e infine per la facilità con la quale - a differenza delle castagne - può essere sbucciato. Dal 1985 esiste il Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio, la zona di produzione comprende i comuni di Castel del Rio, Fontanelice, Casalfiumanese e Borgo Tossignano, in provincia di Bologna.