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È il primo vino dell’anno, disponibile a inizio Novembre, è legato ad una leggenda ed è considerato il “vino delle caldarroste”... di chi stiamo parlando? Del vino Novello, un vino pieno di sorprese!
“A San Martén al most l’é vén” ovvero “A San Martino il mosto diventa vino”.
Un po’ per tradizione ed un po’ per diceria, San Martino è il santo che fa balzare subito alla mente il nettare che tutti apprezziamo, e viene onorato l’11 Novembre con un buon bicchiere di vino Novello.
Questa usanza deriva da una leggenda: si racconta infatti che San Martino, per sfuggire ad alcuni malviventi, si nascose all’interno di una botte in una cantina. Non trovandolo, i suoi aguzzini iniziarono a bere e lui riuscì a salvarsi.
Un’altra storia fa riferimento al calendario enologico dei contadini, che scandisce con precisione gli avvenimenti annuali dei campi e delle vigne. L’inizio di Novembre segna infatti la celebrazione del vino Novello, il primo ottenuto dalla recente vendemmia.
Attenzione a non confondere il vino nuovo con il vino Novello! Il vino nuovo è un qualsiasi vino prodotto successivamente all’ultima vendemmia trascorsa: viene chiamato così perché non è invecchiato ed esce sul mercato già da fine ottobre. Data la sua fermentazione molto breve, è dolce e molto fruttato al gusto, ed assomiglia quasi di più ad un succo d’uva che ad un vero e proprio vino.
Il vino Novello, invece, è regolamentato da un decreto del 1992, e viene prodotto da uve sottoposte ad una particolare tecnica di vinificazione, la macerazione carbonica.
Francia, 1934: alcuni ricercatori della regione del Beaujolais, vicino a Lione, stavano cercando un metodo per conservare l’uva attraverso l’anidride carbonica. Notarono però che l’uva, racchiusa in contenitori colmi di CO2, fermentava “spontaneamente”: scoprirono così un nuovo metodo di vinificazione, che permise loro di ottenere il Beaujolais Nouveau, “vino Novello d’oltralpe”.
Questo particolare metodo di vinificazione fu chiamato macerazione carbonica: i grappoli d’uva interi, non diraspati e non completamente pigiati, vengono messi in grandi vasche nelle quali, dopo aver creato un vuoto d’aria, viene immessa CO2. In questo ambiente, carico di anidride carbonica e privo di ossigeno, si avvia in maniera naturale una fermentazione intracellulare tra i grappoli ancora interi, che piano piano si trasformano in mosto.
Il tutto viene lasciato a macerare dai 7 ai 10 giorni, ad una temperatura costante di 30°: in questo tempo l’alcool etilico riesce a estrarre una grande varietà di aromi dalla polpa e dalla buccia. Infine, si procede alla normale pigiatura e al riposo del vino per qualche giorno, dove il resto dello zucchero si trasforma in alcool etilico attraverso la classica fermentazione alcolica.
Pochi giorni di riposo e il vino Novello è pronto ad essere immesso sul mercato.
La produzione del vino Novello in Italia è iniziata verso la metà degli anni ’70, utilizzando il metodo della macerazione carbonica almeno per un quantitativo del 40% della massa, mentre per il restante 60% possono venire assemblati anche vini di annate precedenti.
La sua messa in vendita è disciplinata da una legge che ne consente il commercio esclusivamente dopo la mezzanotte del 6 novembre dello stesso anno della vendemmia. Solo nell'ambito di alcune manifestazioni è permessa la degustazione del Novello a partire dal 5 novembre: è il déblocage della mezzanotte, ovvero lo scadere del termine di legge per l'entrata in commercio, che rende ancor più esaltante l'attesa per la sua uscita.
A partire dalla prima settimana di Novembre, in tutta Italia si organizzano sagre e manifestazioni interamente dedicate al vino Novello: in alcuni casi le feste si svolgono nell'arco di una sola giornata, in altri invece si organizzano veri e propri percorsi enogastronomici affinché, oltre alle bontà locali, si possano anche apprezzare le bellezze di alcuni luoghi.
Il vino Novello è caratterizzato da colore rosso rubino molto vivace, con riflessi violacei, intensi profumi di frutta rossa, ciliegia, e frutti di bosco. Ha bassa tannicità ed acidità, elevata morbidezza, leggerezza di corpo e moderata alcolicità. Tutte queste caratteristiche lo rendono un vino “facile”, di pronta beva e poco impegnativo. È bene ricordare che non è un vino adatto all’invecchiamento: sarebbe meglio consumarlo entro i 6 mesi dalla messa in commercio.
Tra gli abbinamenti più classici ci sono sicuramente le castagne e le caldarroste, di stagione proprio durante il periodo di produzione, ma anche a salumi, formaggi non troppo stagionati e piatti semplici. Il vino Novello, infine, proprio perché non si mantiene a lungo, spesso viene utilizzato anche per preparare il vin brulè, perfetto durante il periodo invernale.
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