Il Lambrusco e le sue DOC
Quella dei Lambrusco è la famiglia di vitigni più diffusa nella campagna  che da Parma si estende verso est fino a comprendere i territori reggiano e modenese. Da queste uve fragranti si ottiene un vino frizzante profondamente piacevole, al punto da essere il più esportato al mondo. Un successo commerciale che rispecchia a pieno la popolarità in loco, dove gli affezionati si dividono tra estimatori del più fine Sorbara, del più intenso Grasparossa o ancora del Salamino o del Maestri, della tipologia dolce o di quella secca, del profumo di viola o dei sentori di frutti di bosco maturi. Quali che siano le preferenze personali, il Lambrusco si riconosce fin dal primo sorso: la sua freschezza, le sue bollicine e i suoi profumi di frutta rossa non lasciano dubbi.

Non tutti sanno che … ieri
Il nome Lambrusco racconta l’origine di questo vitigno dalla vite selvatica, la “labrusca”, quella, cioè, “che cresce incolta ai margini dei campi”, già conosciuta nell’età del bronzo, come testimoniano i ritrovamenti di foglie fossili e semi risalenti all’Età del Bronzo.
Il vino come lo conosciamo oggi, con una spuma allegra e una buona acidità, è frutto del mutamento nell’alimentazione seguito alla conquista dei Longobardi, che fermarono i propri eserciti alle porte dell’Esarcato di Ravenna, corrispondente all’attuale Romagna. Questo popolo germanico semi-nomade diffuse nel territorio emiliano il proprio modo di vita, in cui l’allevamento del maiale allo stato semi-brado aveva un ruolo centrale. I cibi non venivano più cotti in olio d’oliva ma nello strutto, acquistando grassezza e untuosità; la bollicina dei vini frizzanti, che “pulisce” il palato ad ogni sorso, è stata la risposta enologica a questa evoluzione della cucina emiliana.

Il Lambrusco oggi
Ancora legata al maiale e all’uso di grassi animali, la cucina emiliana non sarebbe tale se non accompagnata dal suo vino frizzante per eccellenza. Il Lambrusco lega con la chiacchiera spensierata da condividere davanti a fumanti piatti della tradizione, come il cotechino, lo zampone alle lenticchie oppure i classici lessi o i numerosi affettati che questa terra regala. E se è al centro di una tavola bandita a festa che  questo vino trova il suo locus amoenus la piacevolezza della sua bollicina non si limita ai pranzi domenicali o alle merende a pane e salame. Qualche esempio celebre? l’irriverente abbinamento con i pop corn di Luciano Ligabue, i brindisi spumeggianti nelle tournée di Pavarotti e il saltare dei tappi di Lambrusco ad ogni successo della Rossa di Gilles Villeneuve e di Enzo Ferrari.

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